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rete a meritarla.
Io non posso cessare di frequentare la vostra casa, lo
sapete; la mia lontananza creerebbe dei sospetti perico-
losi alla vostra tranquillità. Fate che io non vi debba es-
sere motivo di afflizioni, che possa vedervi con sicurez-
za, e stringervi la mano senza timore. Ogni altro
rapporto tra noi è impossibile.
Se questa lettera vi pare fredda, è segno che sono riu-
scito a nascondervi il dolore che mi lacera il cuore. Si è
ingrati di tutto al mondo, mai però di un affetto, perché
è il solo beneficio che non ci umilia, e che lusinga la no-
stra vanità. Potete dunque calcolare sulla mia gratitudi-
ne.
Voi avete pronunciato nel lasciarmi delle parole che
mi hanno fatto piangere perché mi hanno fatto conosce-
re il vostro cuore. Lasciate che io le ripeta ora per voi:
Siate benedetta, siate benedetta!».
Uscii io stesso dopo la mezzanotte ad impostare quel-
la lettera. Sentiva che era stato ben crudele nella mia
stessa pietà. Affrettarmi tanto a disingannarla!& I senti-
menti che aveva espressi in quelle pagine erano sinceri,
ma io li aveva attinti dal mio egoismo piú che dalla mia
compassione.
Ciò che mi stava a cuore era la mia felicità, era toglie-
re di mezzo quell ostacolo che ne aveva minacciate le
dolcezze.
Non so se la felicità abbia potere di renderci egoisti, o
se l egoismo sia una condizione assoluta della felicità.
Ma come mi sentiva mutato dacché era felice!
Letteratura italiana Einaudi 77
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
XXII
Vorrei aggiungere qui alcune altre pagine del mio
giornale, su cui ho voluto ricordare le gioie del mio pri-
mo incontro con Clara.
Ma perché ritornare su quella parte del mio passato?
Esso è sepolto assai profondamente. E poi, io non amo
piú quelle gioie, io le odio. Sono esse che mi hanno in-
gannato sulla natura e sui fini della vita. Una vita tutta di
dolori mi avrebbe conservato pio, severo, inflessibile;
avrebbe almeno riempiuto d orgoglio questo cuore, che
ora è ripieno di nulla. Quelle gioie ne hanno invece
oscurate le virtú, perché un esistenza virtuosa non può
essere altro che una serie di sacrifici non interrotta. Le
dolcezze del mondo sono bandite da una vita veramente
utile, e veramente benefica. Gli alberi che dànno frutti
hanno fiori modesti e spesso inodori; i grandi fiori, quel-
li ricchi di petali e di profumi, non sbocciano quasi mai
che sulle piante sterili e velenose.
La virtú non ha fiori, ma ha frutti.
Letteratura italiana Einaudi 78
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
XXIII
La felicità di cui aveva goduto in quei tre giorni aveva
infuso in me  ordinariamente sí timido  un poco di
quella baldanza, di quella fiducia di se stessi che hanno
tutti gli uomini prosperi. Sapevo che all indomani del
mio arrivo non avrei potuto evitare di trovarmi solo con
Fosca, e me le presentai con coraggio.
Adesso non so dire come ella fosse mutata, ma allora
lo comprendeva. Il pallore e la magrezza del suo volto
erano già tali che parevano non poter aumentare, pure
in quel giorno mi colpirono piú vivamente del solito. Gli
occhi  la sola beltà di quel viso  erano come arrossati
dal piangere e dal vegliare, e un cerchio orribilmente li-
vido pareva ingrandirne le orbite. Le labbra quasi pavo-
nazze aggiungevano qualche cosa di spaventevole alla
sua fisionomia. Del resto non v era alcun disordine nel
suo acconciamento, che era come sempre elegante e ac-
curato. Le sue fattezze erano riposate, e quasi sorridenti.
 Ho ricevuto la vostra lettera, e vi ringrazio  mi dis-
se ella con calma.
E porgendomi la destra, aggiunse:
 Spero che mi sarà almeno lecito di stringervi la ma-
no.
 Diamine! Non abbiamo cessato di essere amici, e
poi&
 Oh,  interruppe ella sorridendo  voi vi dimentica-
te già di ciò che mi avete scritto: «Credete che la pura
amicizia non è possibile tra noi& »
 Allora si trattava d altra cosa. Ora& Io intendo
l amicizia nel senso convenzionale della parola; un lega-
me che non ha diritto ad alcuna intimità, e si limita a po-
chi rapporti superficiali.
 In questo senso, va bene.
 Accettereste dunque sinceramente questa specie di
amicizia?
Letteratura italiana Einaudi 79
Iginio Ugo Tarchetti - Fosca
 Sinceramente.
 Grazie!
 Sempreché  riprese ella dopo qualche momento 
non aveste a mutar consiglio da oggi a domani, e ad evi-
tare di trovarvi solo con me, come avete fatto dopo il
nostro primo abboccamento. Anche allora mi avevate
fatto una promessa simile a questa.
 Era un altra questione  io dissi.  Comprenderete
che io prevedeva allora ciò che è successo, e che quel
contegno non aveva altro scopo che di evitarlo.
 Voi non sapete come ne sono mortificata.
 Di che?
 Di ciò che è successo.
 Perché? Non ne è il caso. La vostra simpatia mi
onora, e la vostra sensibilità non forma che l elogio del
vostro cuore.
 Quanto siete indulgente!  diss ella con un sorriso
pieno di ironia.
Era disgustato di quella freddezza. Comprendeva che
essa voleva mostrarsi indifferente al mio rifiuto, e che il
suo amor proprio umiliato gliene dava tutti i diritti; pu-
re, mi faceva pena il vederla irridere a quell affetto che
aveva creduto sí serio e sí veemente.
 Vi siete divertito a Milano?
 Assai.
E lo dissi apposta con enfasi. [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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