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neralessa. �Volevano forzare la porta dei Dolcemare, ve-
nire a fare il maus con noi!�.
�Oh!� fece il conte Minciaki, stupito e assieme con-
tento di avere sciolto finalmente l enigma. Poi si rivolse
attraverso la tavola alla signora Dolcemare. �Ve lo avevo
detto, cara signora, avete avuto la debolezza di riceverle
una volta in casa vostra..�.
�Che discorsi!� replic� la signora Dolcemare. �Il po-
vero Vianelli era morto da pochi giorni ... Non � mica
una buona ragione per diventare cu ... oh scusate! sede-
re e camicia�.
Nivasio non vedeva la faccia di monsignor Fuagr�,
ma ud� la sua bella voce baritonale.
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Letteratura italiana Einaudi
Alberto Savinio - Casa �La vita�
�La Chiesa� disse il prelato �accoglie indistintamente
la vergine e la peccatrice�.
�Ma io, monsignore,� ribatt� con vivacit� la signora
Dolcemare �io non sono la Chiesa�. E pass� uno sguardo
circolare sulla guarnizione umana in torno alla tavola, a
raccogliere l effetto di questa sua battuta da Talleyrand.
�Ma naturale, ma ch�re,� rincalz� la contessa Corilo-
psis spollinandosi tutta �come si fa a ricevere certa gen-
te? Non � gente de notre monde!�.
Nivasio ud� un piccolo tonfo accanto a s� e si volt�:
Messario si era levato in piedi e il bign� che stava per
cacciarsi in bocca era caduto ai piedi del divano, era
esploso e la crema si spandeva sul tappeto.
Nivasio non ud� pi� quello che si diceva intorno alla
tavola del maus. La sua attenzione era assorbita dalla
strana espressione di Messario. Presente in corpo nel sa-
lotto di casa Dolcemare, il pensiero di Messario aveva
raggiunto un ricordo lontanissimo, che gli accelerava il
palpito delle mascelle. Nivasio udiva il fischio della re-
spirazione laterale del suo amico e ne soffriva, perch�
sapeva che quando la respirazione laterale di Messario
sibilava, era segno che Messario stava male.
Messario ritorn� in s� e Nivasio lo ud� mormorare:
�E io, qui, sono forse nel  mio mondo?�.
Dal sonno della perplessit�, Messario si risvegli� nel
presente. Vide Nivasio e gli afferr� la mano con straor-
dinaria violenza.
�Vieni!� gli dissi �andiamo al mare�
Nivasio riluttava. �Uscire a quest ora... Se se ne ac-
corgono?�.
Messario tocc� la corda giusta: �Non hai fiducia nel
tuo amico?�.
Nivasio non determin� se i giocatori avevano ripreso
il gioco o se parlavano ancora dell incidente Vianelli, ma
vide che nessuno guardava dalla loro parte. Uscirono
piano piano di casa, e Nivasio per precauzione lasci� il
portone accostato.
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Letteratura italiana Einaudi
Alberto Savinio - Casa �La vita�
Il cielo era pieno di stelle. Nivasio guard� il cielo e di
colpo la situazione mut�. La terra era deserta sotto lo
stellato e addormentata. Finiva la notte nell imminenza
dell aurora. Tante volte Nivasio aveva veduto questo
medesimo cielo e allora pure in compagnia di Messario.
Quando partivano nel buio e nel freddo dell avantigior-
no per la pesca delle ombrine, i grandi pesci bianchi che
si pescano o al largo nella prima luce del giorno, o di
notte al lume delle torce e sbattendo sul mare dei barat-
toli di latta per svegliarli; e talvolta questi pesci fortissi-
mi spezzano la lenza, e tirati nella barca si torcono come
atleti ignudi, e bisogna finirli a mazzate.
Allo svolto di via Libert� la situazione mut� una volta
ancora e ritorn� al punto di partenza. Il lungomare La-
nar� splendeva di luci. I tavolini del Lubi� e dello Splen-
did, tra i quali spiccavano quelli pi� cospicui del Mon-
Plaisir, brulicavano di divoratori di gelati e di assorbitori
di granite. Questi, curvi sui lunghi bicchieri di smeraldo
o di rubino, succhiavano le cannucce come sonatori di
oboe. Grasse signore sudate tiravano fuori brevi e rosse
lingue di gatte, leccavano il cucchiaino piatto del mante-
cato, le manine poggiate sul petto come su una piccola
mensola. I camerieri volavano fra i tavolini come rondini,
alto reggendo il vassoio sulla testa. Nel canale fra i tavoli-
ni, falangi di ragazze passavano legate per i gomiti, vesti-
te da libellule, corpetti di tulle e alette di garza. Sul palco
dell orchestrina, il petto sbarrato in obliquo da un largo
nastro azzurro sul quale era scritto in lettere d oro
�Mon-Plaisir�, il manipolo delle dame viennesi, ondeg-
giando tutte assieme come una barcata di veleggiatrici,
cullavano ad arcate lunghe un valzer di Waldteufel.
Nivasio temeva che qualcuno in quella folla ricono-
scesse in lui il figlio del commendatore Visanio, e si na-
scondeva dietro Messario. Questi lo teneva stretto per la
mano e via via accelerava l andatura, scegliendo il passo
tra la gente, tagliando la calca in obliquo, camminando
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Letteratura italiana Einaudi
Alberto Savinio - Casa �La vita�
da gambero veloce, spinto da una idea prepotente che
non ammetteva temporeggiamenti. I fuochi di posizione
di un piroscafo brillavano al largo.
Uscirono al fine dalle luci e dalla gente, e nel punto
stesso terminavano i lastroni del lungomare. Nulla argi-
nava quindi innanzi il movimento del mare, calme le on-
de notturne venivano a stendersi quanto erano lunghe
sulla rena, davano intermittentemente un sibilo di saliva
sul ferro caldo. Ora anche il fiato del mare spande libero
il suo lezzo verde, che per un certo tratto si aggrava di
un fetore di �cose� umane.
Che andava cercando Messario? Sembrava che la riva
esaminata attentamente non fosse di suo gusto. D un
tratto si ferm�; travers� l arenile tirandosi dietro Nivasio
per mano, fino alla frangia bianca scritta dalla spuma
sulla sabbia; ma l� presso erano stese alcune reti gravate
di sassi, e Messario se ne ritorn� indietro come per scan-
sare quei segni dell uomo.
Nivasio non s arrischiava ancora a pensarlo esplicita-
mente, ma sentiva Messario lontano e mutato. Pi� avan-
ti una massa scogliosa faceva ostacolo all ingresso del
mare. Aveva veramente pensato �ingresso�? Nivasio
non os� confessarselo.
Di l� dalla scogliera la riva era deserta e primordiale,
simile alla riva di un mare dell epoca secondaria, e la
sabbia dichinava in dolce pendio. Messario cerc� ove il
pendio fosse anche pi� dolce, non si ferm� al limite del-
l arenile, ma continu� imperterrito a camminare dentro
l acqua.
�Voglio tornare a casa� disse Nivasio come in un la-
mento.
Messario non si volt� neppure. La sua mano intorno al
polso di Nivasio era come una manetta calda. La morte si
affacci� alla mente di Nivasio, nera e fitta di memorie.
Perch� Messario voleva ucciderlo? L acqua gli sal� sopra
il naso, e Nivasio chiuse gli occhi. Quando li riapr� vide
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Letteratura italiana Einaudi
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Messario che pi� alto di lui chinava a sua volta il capo
sotto l acqua e faceva un gesto come per tirarsi il mare 
come per tirarsi la coperta sopra la testa per dormire.
Avvenne la felice soluzione. Messario si sgrull� come
un cane che esce dall acqua, lui che si sgrullava perch�
usciva dalla terra. La gioia lo ondulava come un alga. Si
poneva orizzontale quando supino e quando resupino,
si rivoltolava come un abbacchio allo spiedo, si rovescia-
va ora a taglio e ora in obliquo. E tale bene spirava
l amico ritornato amico, che Nivasio, bench� il suo pol-
so ormai fosse libero, non pens� di fuggire, di tornarse-
ne a casa, di uscire da quell elemento estraneo nel quale
tuttavia si trovava meno spaesato di quanto avesse pen-
sato. Era s� come vivere dentro una gelatina pi� liquida,
ma in compenso c era quel molle sostegno onniparte,
quel sentimento di comunque non rischiare di cadere,
quell attrazione che si esercitava nonch� dal basso ma
dall alto pure e lateralmente.
�E ora,� disse Messario come invitando a una gita in
campagna �ora non perdiamo tempo: mi tarda di fare
una improvvisata ai miei�.
I �suoi�?... Tutto era ormai cos� naturale, che Nivasio [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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